Reflusso gastroesofageo: quando lo stomaco “attacca” i denti
- Claudio Ferrantini
- 6 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min

Il reflusso gastroesofageo ed i denti possono sembrare due realtà completamente diverse tra loro, ma non è così.
Questa patologia infatti non danneggia solo lo stomaco: gli acidi che risalgono verso la bocca possono corrodere lo smalto dei denti, aumentare la sensibilità e favorire la comparsa di carie.
Scopri perché è importante riconoscere i primi segnali e rivolgersi al dentista.
Che cos’è il reflusso gastroesofageo
Il reflusso gastroesofageo è una condizione molto comune in cui parte dei succhi acidi dello stomaco risale verso l’esofago e, nei casi più evidenti, fino alla gola e alla bocca.
Può essere causato da cattive abitudini alimentari, stress, fumo o da un malfunzionamento della valvola che separa lo stomaco dall’esofago
I sintomi più frequenti sono bruciore dietro lo sterno, rigurgito acido, tosse o raucedine.
Ma c’è un aspetto meno conosciuto: gli effetti del reflusso sui denti.
Quando il reflusso colpisce il sorriso
Gli acidi gastrici, a contatto con la bocca, possono corrodere progressivamente lo smalto dentale.
All’inizio i denti perdono lucentezza, diventano più sensibili e appaiono leggermente trasparenti.
Con il tempo, lo smalto può assottigliarsi fino a lasciare scoperta la dentina, la parte interna più morbida del dente.
Questo avviene soprattutto di notte, quando la salivazione diminuisce e l’acido rimane più a lungo in bocca.
Il risultato? Denti più fragili, più sensibili e con un rischio maggiore di carie.
Il ruolo dell’odontoiatra

Il dentista è spesso il primo a notare i segni del reflusso.
Durante la visita può osservare superfici dei denti lisce e lucide, consumate dall’acido, o piccoli segni di frattura sui margini.
Riconoscere subito questi segnali è fondamentale per evitare che il danno progredisca.
Il trattamento dipende dalla gravità del caso:
Nei casi lievi si possono usare dentifrici e collutori con azione remineralizzante e applicazioni di fluoro.
Nei casi più seri si possono ricostruire i denti danneggiati con otturazioni estetiche, faccette o corone in ceramica integrale.
Il dentista può inoltre consigliare una visita dal gastroenterologo, che valuterà la terapia più adatta per ridurre gli episodi di reflusso e migliorare lo stile di vita.
Prevenire è possibile
Chi soffre di reflusso deve prestare particolare attenzione all’igiene orale e ai controlli periodici.
Ecco alcuni semplici accorgimenti utili:
Evitare di lavarsi i denti subito dopo un episodio acido: meglio sciacquare la bocca con acqua e attendere almeno mezz’ora.
Limitare il consumo di cibi acidi, fritti, alcolici, caffè e bevande gassate.
Non coricarsi subito dopo i pasti e dormire con la testata del letto leggermente sollevata.
Effettuare controlli regolari dal dentista per monitorare lo stato dello smalto.
Conclusione: quando il dentista diventa il primo alleato contro il reflusso
Il reflusso gastroesofageo non è solo un disturbo dello stomaco: può avere conseguenze dirette sulla salute e sull’estetica dei denti.
Un’azione tempestiva, il giusto approccio terapeutico e la collaborazione tra dentista e gastroenterologo permettono di proteggere il sorriso e migliorare la qualità della vita.






